“La Vespa” di Noelia Ricci

“La Vespa” di Noelia Ricci

 

In Romagna c’è qualcosa di nuovo tra i filari di Sangiovese. Non sono solo enologi, produttori attenti a riscoprire qualità e potenzialità del proprio terroir, ma un modo moderno di pensare a questo vino. Un modo dove le potenzialità di nuovi modi di coltura della vite, modi differenti di vinificazione rispetto al passato, rimangono però al servizio di un storia e di una tradizione che riscopriamo ogni volta che ne gustiamo un bicchiere.

Ne sono convinti alla Tenuta Pandolfa, Valle del Rabbi di Predappio, tra Forlì Cesena: 40 ettari a vigneto. E su 7 di questi ettari, ritenuti ideali per il Sangiovese, l’azienda ha avviato un importante progetto di zonazione, racchiuso in soli 7 ettari. Il risultato sono le etichette “Noelia Ricci” dal nome dell’imprenditrice che fin dagli anni ’40 individuò nei terreni dell’appennino romagnolo un territorio assolutamente ideale per il Sangiovese. Il progetto è portato avanti da Marco Cirese e produce vini molto interessanti ( quasi 40 mila bottiglie l’anno) e dall’ottimo rapporto qualità prezzo.

la vespaCirese come scrive Giorgio Melandri curatore della Guida del Gambero Rosso per l’Emilia Romagna: “Ha rivoluzionato la storica azienda di famiglia cambiandone così radicalmente la filosofia da pensare ad un nome nuovo che sottolineasse la diversità del sua iniziativa. E così, accanto alla Tenuta Pandolfa che resta in piena attività, ha “inventato” un progetto che mette assieme il meglio dello storico patrimonio di vigne seguite dall’enologo Francesco Bordini”.

Uno dei risualtati è il Sangiovese Superiore, La Vespa 2014, in grado di aggiudicarsi i “3 bicchieri della guida. Ecco la descrizione che ne fa Melandri: “È un vino dal frutto austero e nitido, che richiama qualche nota floreale e una delicatissima scorza di arancio. In bocca è tutto energia e spinta, con un tannino elegante e discreto che resta elegantissimo anche sulla chiusura. Un vino sapido, tutto giocato sull’agilità, dove si è sapientemente levato il superfluo”.  Insomma un vino semplice ma raffinato e in grado nelle annate migliore di raggiungere livelli qualitativo molto alti. Soprattutto in grado di legarsi perfettamente con molti piatti del menù autunnale di chef Luigi Sartini.